L’I.P.S.I.A. “G.B. Garbin”
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STORIA DELL’ISTITUTO
IL NOME: Giovan Battista Garbin
L’I.P.S. “G. B. Garbin” trae il suo nome da Giovanni Battista Garbin, il maggiore mercante – imprenditore laniero di Schio nei primi anni dell’Ottocento. Il suo opificio, primo “grandiosamente e completamente istituito”, a superare la tradizionale forma di lavorazione a domicilio e dove sono ormai concentrate quasi tutte le lavorazioni in una unica struttura, è fatto visitare all’arciduca austriaco Giovanni nel 1804 come modello per altri lanieri veneti.
In quegli stessi anni, gli scledensi comprendono l’importanza della formazione dei giovani per il progresso sociale ed economico della città: infatti, essi richiedono l’istituzione di una scuola di base che offra primi elementi della cultura e addirittura la nascita di tre pubbliche scuole” per mettere i giovani in grado di seguire studi superiori preparatori ai percorsi universitari.
E’ questo il senso dell’intitolazione di una scuola, che mira a superare la divisione tra il ‘sapere’ e il ‘fare’ proponendo il ‘saper fare’, attraverso il legame tra preparazione culturale e quella professionale.
L’Istituto nasce nel 1970 a Schio, con la sede centrale, offrendo ai quasi duecento studenti una formazione corrispondente alle esigenze del settore meccanico, tipico della locale realtà produttiva: le qualifiche, solo triennali, sono quelle di tornitore e disegnatore meccanico, cui successivamente, nel 1975/76, si aggiunge quella di congegnatore meccanico. L’evoluzione successiva della scuola va di pari passo con le trasformazioni della realtà economica altovicentina, in espansione: l’Istituto si arricchisce di nuove sedi, ad Arsiero prima, poi ancora a Schio, e a Thiene, e di nuove qualifiche, relativamente al settore elettrico – elettromeccanico, aziendale e della moda; progressivamente al triennio iniziale si aggiunge un biennio post-qualifica.
Gli anni Ottanta sono caratterizzati da fermento e da sperimentazioni, anche assolutamente innovative, come nel settore aziendale. Il mondo economico, nazionale ed europeo, in profonda trasformazione a livello organizzativo e tecnologico, comincia a definire i suoi nuovi bisogni: non servono più lavoratori soltanto addestrati, servono lavoratori formati’, non puri esecutori, ma persone che pensano.
E’ necessaria una preparazione più generale e più solida, che renda capaci di affrontare il cambiamento.
Mutano progressivamente non solo i nomi delle qualifiche, ma anche le discipline, i programmi, la distribuzione delle ore.
Con il Progetto ’92, negli anni ’90, l’Istituto rafforza il suo tradizionale legame con il mondo del lavoro, attraverso gli stage e i corsi tenuti da esperti esterni; contemporaneamente progetta, grazie alla notevole autonomia di cui già gode, percorsi attenti sia ai bisogni della realtà sociale ed economica locale, nazionale ed europea.
A consolidare la collaborazione con il mondo produttivo concorre la realizzazione del progetti di Terza Area, a carattere professionalizzante, progettati sulle richieste del territorio, finanziati con fondi ministeriali e regionali, tenuti anche con la collaborazione di Associazioni Datoriali, da esperti del mondo del lavoro e che prevedono da quattro a sei settimane di stage individuale in azienda.
Dal 2002, poi, l’Istituto ottiene l’Accreditamento presso la Regione del Veneto come Ente di Formazione nel settore dell’Istruzione Superiore e nel settore dell’Orientamento.
Grazie alla collaborazione stretta con il mondo del lavoro, il settore moda progetta nuovi laboratori attrezzati da imprenditori del settore che hanno garantito anche le competenze professionali per formare la docenza.
Grazie a questa collaborazione, dal 2003 il settore moda viene coinvolto nella sperimentazione di nuovi percorsi in alternanza scuola lavoro. Nel Veneto sono 9 gli istituti selezionati a partecipare alla sperimentazione, seguita dall’Ufficio Scolastico Regionale in collaborazione con le Associazioni Categoriali, e di cui il Garbin è la scuola capofila. Il contatto diretto con le aziende (fino al ‘fare lezione’ in azienda) è un’esperienza che porta all’aggiornamento delle proposte didattiche, nei contenuti e nelle metodologie. Seguendo le procedure operative aziendali, largo spazio viene dato alla progettazione informatizzata di capi, grazie ad un laboratorio informatico dedicato, acquistato con il contributo finanziario di Confindustria che fornisce anche il software di CAD Model ed un corso di aggiornamento per docenti, aperto a tutti gli istituti professionali di moda della provincia, formando una rete di cui il Garbin è l’ispiratore.
Da questa ed altre sperimentazioni nascono poi le indicazioni che porteranno alla legislazione successiva che farà dell’alternanza scuola lavoro una modalità formativa da attuare in tutte le tipologie di istituto superiore.
Proprio la riforma del riordino dei cicli ha rappresentato nell’ultimo triennio una sfida per la formazione professionale, con il prolungamento del periodo di formazione scolastica esteso a cinque anni, con la cancellazione della possibilità di rilasciare il diploma di qualifica triennale e la riscrittura dei percorsi formativi dei settori elettrico, elettronico e meccanico, unificati nella nuova figura del manutentore industriale, che implica il possesso di competenze professionali che interessano tutti e tre i settori. Soprattutto la cancellazione dei percorsi di Terza Area ha imposto la ricerca di nuove strade di collegamento con il mondo produttivo che hanno portato all’implementazione dei progetti in alternanza scuola lavoro che prevedono oltre a brevi corsi formativi indirizzati all’inserimento nel mondo del lavoro, anche da quattro a sei settimane di stage individuale in azienda.
L’Istituto anche negli ultimi due anni è stato capofila di una rete regionale per lo studio di modalità di valutazione dei livelli di possesso di competenze ed è attualmente capofila di una rete regionale di istituti Professionali per l’alternanza scuola lavoro.
Su questa sfida il “Garbin” continuerà ad impegnarsi nel futuro per offrire agli studenti la possibilità di conseguire il successo formativo che soddisfi le loro esigenze personali e quelle del territorio.
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