Martedì 14 novembre, nell’Aula Magna dell’Istituto Professionale Statale “G. B. Garbin”, è andata in scena la prima rappresentazione del Teatro Forum a conclusione di un percorso di laboratorio di teatro sociale condotto dal dott. Andrea Picco e dal dott. Massimo Strada della Fondazione Capta di Vicenza.
Il laboratorio di teatro sociale ha coinvolto un gruppo di studenti degli istituti superiori di Schio, che nel corso dell’a.s. 2016-17 avevano partecipato ai focus group realizzati nell’ambito del progetto Pianeta Adolescenti. I focus group, formati da ragazzi italiani e da ragazzi di origine straniera, avevano lo scopo di raccogliere le percezioni ed i vissuti dei ragazzi in merito alla convivenza sociale. Dall’analisi dei dati emersi sono scaturite le criticità poi affrontate negli incontri del laboratorio teatrale.
La peculiarità del teatro-forum è quella di mettere in scena storie di conflitto e di oppressione, storie che nella loro complessità infondono negli spettatori un senso di ingiustizia sociale. Ed è proprio su questo sentimento che i conduttori fanno leva per innescare un dibattito acceso e costruttivo all’interno del pubblico al quale viene poi offerta la possibilità di salire sul palco e di prendere il posto del personaggio, che appare distonico, cercando di costruire insieme possibili strategie di risoluzione della situazione conflittuale.
Sapientemente condotti dal dott. Picco e dal dott. Strada, gli studenti delle classi terze della sede di Schio dell’Istituto Professionale Statale “G. B. Garbin” si sono lasciati coinvolgere nel dipanarsi delle due storie messe in scena. Storie così verosimilmente vicine alla loro realtà che tutti, in qualche modo, si sono sentiti protagonisti. Gli studenti più coraggiosi hanno preso concretamente il posto degli attori sul palco, argomentando il loro pensiero e le loro azioni, quelli più riservati si sono confrontati con i vicini di posto. Nessuno escluso, tutti protagonisti, ad ognuno lo spazio e il tempo per riflettere e condividere sentimenti ed emozioni. Un momento di attività educativa interculturale ed intergenerazionale perché non sempre si è capaci di calarsi nei panni l’uno dell’altro e, soprattutto, non è facile chiedere ad un ragazzo: “Tu cosa faresti se fossi nei panni di tuo padre/di tua madre/del tuo insegnante?”; “Tu come ti sentiresti se fossi vittima di discriminazioni?”
Il teatro forum ha rappresentato il momento conclusivo del progetto, inserito nella programmazione di istituto tra le attività per ridurre la dispersione scolastica e migliorare l’inclusione, che ha visto come docente referente l’attivissima prof.ssa Milva Scortegagna. Anche martedì mattina i ragazzi hanno fatto scuola, con un approccio sicuramente nuovo e decisamente coinvolgente!
La Dirigente Scolastica
Prof.ssa Marina MAINO
E’ successo di nuovo.
“Ma alzerà la mano qualcuno? Ma vorranno intervenire? E se non gliene fregasse niente?”. Così mi chiedevano i 9 ragazzi coinvolti nel laboratorio di teatro sociale che stavano per andare in scena ieri mattina nell’aula Magna dell’ Istituo IPS “G. B. Garbin” di Schio. Hanno lavorato duro. Hanno scavato tra le proprie storie e le proprie opinioni per creare due scene di conflitto sociale che parlassero delle difficoltà di convivenza tra i ragazzi della loro età, ragazzi italiani e ragazzi di seconda generazione.
Ed è successo anche questa volta, come ogni volta che un gruppo di persone si trova coinvolto in uno spettacolo di Teatro Forum. I ragazzi, tutte le terze dell’istituto, hanno lasciato le loro postazioni di spettatori per guardare la realtà da altri punti di vista, per conoscersi, per riconoscersi come giovane e nuova comunità. Hanno seguito con attenzione rapita le scene proposte da altri ragazzi come loro, storie che parlavano di discriminazione, di superamento di pregiudizi, di coppie miste, di nuove generazioni di italiani. Hanno alzato la mano in tanti, tantissimi, sentendo crescere in loro l’entusiasmo di essere protagonisti di un cambiamento. Si sono alzati dalla sedia per prendere i panni dei personaggi sulla scena. Hanno rischiato per mettere alla prova le loro idee, sotto lo sguardo di 150 compagni, e sappiamo il peso che ha lo sguardo dei compagni a quell’età. Ma tutto era un gioco, un gioco serio, che assomiglia terribilmente alla vita. E ragazzi che non ti aspetteresti vogliono dire la loro, vogliono riflettere su quanto vedono, vogliono fare il loro tentativo per cambiare le cose, la loro vita in fondo.
E’ meraviglioso scoprire di nuovo che questo antico gioco che si chiama teatro è ancora lo specchio di cui la comunità ha bisogno per prendersi cura di se stessa. E i ragazzi in questo ci sono maestri. Aprono la strada al coraggio e gli danno il benvenuto laddove noi adulti spesso indugiamo nascosti dietro a troppi ragionamenti e troppi ostacoli. Penso che i ragazzi del Garbin si ricorderanno di questa giornata.
Dr Andrea Picco