Attività Garbin Solidale

 “Un’azione per quanto piccola lascia sempre un’impronta”.

RohaSi rinnova anche per quest’anno l’impegno solidale dell’Istituto Garbin. Per proseguire il sostegno a distanza della piccola Roha della scuola Effetà di Betlemme, durante i colloqui generali (il visitone) di giovedì 15 dicembre dalle 16 alle 20, su iniziativa delle classi 2BS e 3BS, sarà possibile degustare delle fette di torta effettuando un’offerta libera che sarà totalmente devoluta al progetto di sostegno educativo in Palestina. L’Istituto “Effetà Paolo VI” di Betlemme è una Scuola specializzata per la rieducazione audiofonetica dei bambini audiolesi residenti nei Territori Palestinesi. Le finalità principali del Centro sono la formazione e la preparazione dei suoi studenti ad affrontare la società con la consapevolezza che la sordità non è un ostacolo per un’affermazione personale nell’ambiente civile.

I banchetti saranno presenti nella sede nuova, primo piano, in zona macchinette e nella sede vecchia in atrio.

Si invitano i genitori, gli insegnanti e tutto il personale a partecipare all’iniziativa nel pomeriggio del 15 dicembre.

terremoto centro italiaSia il 15 dicembre, durante il visitone, che nella parte finale dell’assemblea d’istituto del 21 dicembre, l’iniziativa verrà proposta ed integrata con delle raccolte fondi per sostenere anche le vittime del terremoto in centro Italia.

Il cuore del Garbin è sempre generoso e gli studenti e studentesse non perdono occasione per dimostrarlo.  “Un’azione per quanto piccola lascia sempre un’impronta”.

La foto è tratta dal sito: http://www.effetabetlemme.net/it/galleria.html

Visita al carcere S. Pio X di Vicenza

Il giorno 12 maggio scorso alcuni studenti delle classi quinte della sede di Schio hanno visitato la Casa Circondariale S. Pio X di Vicenza. L’iniziativa, organizzata dal Centro Sportivo Italiano, prende il nome di Carcere Lungo e consiste nel passare alcune ore entro le mura del carcere vicentino, per conoscere la condizione delle persone detenute attraverso sia testimonianze che un momento ricreativo condiviso, ossia una partita di calcio. Hanno partecipato la classe 5BM quasi al completo e le rappresentanze delle classi 5AM, 5CMa, 5DMa e 5CC, accompagnate dai professori Maculan, Marchetto, Napoli e Quinto.
La prima esperienza forte della giornata è stata quella di superare i cancelli d’ingresso: ognuno ha infatti dovuto consegnare telefoni, dispositivi elettronici, oggetti metallici o potenzialmente pericolosi, prima di passare sotto al metal detector. La polizia penitenziaria, rigorosa nei controlli, ha dato dimostrazione di ciò che significa applicare la legge senza ammettere eccezioni.

Le quinte della sede di Schio in visita al carcere S. Pio X di Vicenza

Le quinte della sede di Schio in visita al carcere S. Pio X di Vicenza

A quel punto gli studenti hanno raggiunto un salone, nel quale hanno potuto seguire gli interventi di un agente, un’educatrice e un’infermiera, per avere il quadro di quelle che sono le principali attività all’interno del carcere. Garantire la sicurezza è ovviamente uno dei compiti fondamentali dell’istituto, e a questo fine opera la polizia. Il carcere però non ha una natura solo punitiva, ma anche rieducativa: la persona detenuta dovrebbe essere messa nelle condizioni di fare un percorso di riflessione per elaborare il proprio passato e guardare al futuro in una nuova prospettiva. Ecco dunque perché gli operatori dell’area pedagogica sono così importanti: spetta ad essi proporre e condurre attività di promozione umana e sociale. Infine medici e infermieri dell’area sanitaria si impegnano per far fronte alle molte necessità riguardanti la salute di una comunità così numerosa (che varia a seconda dei periodi da 150 a 350 individui).
E’ stato dunque il momento dell’incontro con un detenuto, forse il più interessante per i ragazzi. Egli ha raccontato la sua storia di imprenditore, e le scelte attraverso le quali ha imboccato la via dell’illegalità: è stato infatti condannato per reati finanziari. Gli studenti hanno ascoltato con attenzione e posto domande sulla vita all’interno del carcere.
A seguire abbiamo visitato l’ufficio perquisizioni, nel quale vengono condotte le persone appena arrestate. Dopo il pranzo, che si è svolto all’interno della mensa degli agenti di polizia, un operatore del progetto “Il lembo del mantello” ha descritto le attività di reinserimento lavorativo proposte da questa associazione al fine di reintegrare gli ex detenuti in un tessuto economico e sociale di legalità.
Purtroppo le cattive condizioni climatiche dei giorni precedenti hanno reso impraticabile il campo da calcio: è stato dunque impossibile disputare la partita prevista, con grande rammarico da parte degli studenti che attendevano quell’appuntamento da tanto tempo. In effetti il contatto diretto con le persone detenute avviene proprio lì, sul campo da gioco, e durante il cosiddetto “terzo tempo”, ossia un momento di convivialità in cui, di fronte a un semplice rinfresco, chi vive in carcere può incontrare informalmente chi sta fuori, in un clima rilassato di rispetto e reciproca accoglienza.
La partita è stata comunque sostituita dalla visita ai mezzi della polizia penitenziaria, ossia i furgoncini per il trasporto in sicurezza dei detenuti, e dei locali per i colloqui con i familiari. I ragazzi hanno così avuto l’occasione di conoscere ambienti del carcere di solito non accessibili ai visitatori, completando il quadro tracciato con i precedenti interventi.
Si può dire che quest’esperienza è unica nel suo genere: non capita tutti i giorni di entrare in una casa circondariale. Ci si auspica attraverso queste iniziative che sempre più giovani riflettano sull’importanza della legalità, anche a tutela della propria libertà. Meglio pensarci due volte prima di commettere sciocchezze: questo il messaggio ribadito tante volte nel corso della giornata, che si spera possa aver attecchito anche in molti degli studenti del Garbin presenti all’iniziativa.

Gli studenti del “Garbin” incontrano Leoluca Orlando

Il primo giugno 2016 alle ore 9.00 alcuni studenti, rappresentanti degli Istituti Superiori di Schio, si sono riuniti in piazza Falcone-Borsellino per incontrare il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. La celebrazione della memoria delle vittime della mafia è iniziata con la presentazione, da parte del sig. Massimiliano Marangon, dei rappresentanti del comune di Schio, di altri comuni e di altre istituzioni e associazioni. A prendere la parola è poi stata l’assessore Cristina Marigo che, oltre a portare i saluti del sindaco, assente per precedenti impegni, ha introdotto il tema dell’incontro. A seguire la lettura, da parte di alcuni ragazzi, delle testimonianze della vita di vittime della mafia. Si è poi entrati nel vivo della celebrazione con l’intervento del professore Franco Venturella, presidente dell’associazione “Cittadini per Costituzione “. Nel suo discorso, rivolto soprattutto ai giovani, ha più volte sottolineato l’importanza di combattere l’indifferenza e l’ignoranza con l’impegno e la cultura. Prima di cedere la parola a Leoluca Orlando, due studenti hanno deposto una corona in ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vittime entrambi della lotta contro la mafia.

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Molti gli argomenti trattati da Leoluca Orlando ma i due principali sono stati la mafia e l’immigrazione, temi apparentemente diversi, ma accomunati dall’indifferenza dell’uomo. “ L’indifferenza uccide più delle mafie”, ha affermato il sindaco palermitano. Una frase incisiva che deve indurre le persone a dare importanza anche alle piccole cose e a non accantonarle perché non riguardano direttamente. Con grande enfasi ha poi assicurato che oggi Palermo non è più dominata dalla mafia. Citando ancora le sue parole: ”Quando non accadono omicidi significa che la mafia regna incontrastata, quando invece si verificano vuol dire che o qualcuno sta mettendo loro i bastoni tra le ruote o c’è uno scontro tra famiglie mafiose” . Ha poi raccontato dei suoi stretti rapporti con alcune vittime della mafia e del matrimonio, celebrato in gran segreto per motivi di sicurezza, tra Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. E’ passato poi al tema dell’immigrazione ribadendo l’importanza della Sicilia come terra di salvezza per gli immigrati. Moltissimi migranti vengono accolti a Palermo e molti di questi, per sopravvivere durante le traversate su stipatissimi gommoni, hanno ucciso fratelli, sorelle, genitori con un semplice colpo di spalla per farli cadere in mare. Come ad esempio un minore che, scampato ad un naufragio, non voleva parlare con nessuno sentendosi colpevole per aver ucciso i fratelli pur di salvarsi. Di questi minori non accompagnati o orfani Leoluca Orlando si sente il padre. Così come si è sentito il padre di un bambino africano che sognava di giocare a calcio ma non poteva farlo essendo solo, ha fatto tutto ciò che poteva affinchè questo sogno si potesse realizzare.

Leoluca Orlando si è congedato citando Bertold Brecht : prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non era rimasto nessuno a difendermi.

Gli studenti della 2BC dell’IPSIA “GB Garbin” di Schio

Chelouane Mohamed
PetrovicAna
Simonato Valentina
Toniolo GiuliaLeoluca Orlano

Il Garbin è solidale

Garbin Solidale 2016Sabato 28 Maggio è stata una giornata speciale.
Noi ragazzi del Garbin abbiamo potuto socializzare, giocare, ballare e divertirci grazie all’iniziativa della raccolta fondi per il progetto NON DALLA GUERRA, nato da un’idea di due giovani, Tommaso e Giovanni, che sono stati per un periodo in Giordania ad aiutare i bambini profughi siriani fuggiti dalla guerra. Tornati in Italia, hanno cominciato a incontrare i ragazzi delle scuole vicentine portando la testimonianza di quello che hanno visto e vissuto.
Noi ragazzi del Garbin abbiamo deciso di sostenerli dedicando una giornata di scuola alla raccolta fondi: sono stati organizzati tornei sportivi (calcio, pallavolo, ping pong), laboratori di psicologia, volano, karaoke. Inoltre c’è stata la vendita di dolce, salato e di manufatti realizzati da alcuni di noi.
L’evento è iniziato alle 8:30 per terminare alle 12:00. Quasi tutta la scuola ha aderito al progetto tra ragazzi che giocavano e ragazzi che assistevano ai tornei.
L’iniziativa è stata aperta anche alla cittadinanza alla quale è stato chiesto un piccolo contributo.
Ai vincitori dei tornei sono stati regalati biglietti omaggio per la piscina di Schio.
In totale sono stati raccolti 620.00 euro. UN SINCERO GRAZIE A TUTTI!

gli studenti del Garbin.

Garbin Solidale 2016 Garbin Solidale 2016 Garbin Solidale 2016 Garbin Solidale 2016

La giostra del parco torna nuova

Merito dei ragazzi del Garbin

Le gioGiostrestrine del Parco Don Carraretto sembrano nuove di zecca.

Quello che doveva essere un punto di gioco per i bambini, da tempo era stato rovinato da scritte indecorose.

Nell’ambito della giornata ‘Social Day’, tre studenti dell’Ipsia Garbin si sono ‘armati’ di attrezzi del mestieri, riportando a nuovo la giostrina.

“Una buona notizia per i piccoli di Rozzampia – ha commentato Andrea Zorzan, assessore ai Lavori Pubblici – Le giostrine erano state rovinate da chi non ha cura del bene comune ed è con piacere che ringrazio i tre ragazzi del Garbin”.

A.B.

Foto e articolo tratti da: Altovicentinonlie.it