Che cos’è la libertà

libertàL’uomo è cosciente di cosa sia la libertà?

Molti filosofi e maestri del pensiero di ogni secolo hanno ragionato su cosa essa sia o in cosa potesse consistere per l’uomo.

Ma cosa significa essere davvero liberi? Per molti lo si è quando non si hanno capi e non si è costretti a lavorare per potersi permettere il pane e sopravvivere, ma in realtà non si ferma solo alla sopravvivenza, bensì all’essenza della vita stessa e a molte delle sue sfumature. I grandi filosofi illuministi come Voltaire, Kant, Rousseau e non solo, scrissero moltissimi testi che trattano di questa libertà, ponendo le basi del pensiero odierno.

Dunque, essa è l’unione di più fattori, tutti discussi spesso nel passato e possiamo dire che uno di quelli più importanti è la tolleranza, trattata anche da Voltaire.

Dovremmo sapere, o almeno aver intuito dalla nostra storia, quanto essa sia importante: tollerare gli altri è alla base della convivenza e se non riusciamo ad abbracciare questo grande valore e qualità, che dovrebbe albergare dentro ognuno di noi, non potremo mai raggiungere questa libertà.

Ragioniamo: perché il pensiero, l’abbigliamento, la quotidianità e l’aspetto altrui devono fermarci dal capire cosa nasconde la mente degli altri? Forse lo sforzo che dobbiamo fare è troppo difficile e qui troviamo un altro fattore che vive nella libertà, la capacità di pensare.

Per secoli l’uomo ha sempre procrastinato questa fatica facendola fare agli altri, al suo posto, in cambio di denaro o servizi.

Il pensiero e la ragione sono le chiavi essenziali per aprire tutte le porte che conducono le persone a essere libere, i capi di stato lo sapevano e astutamente hanno sempre fatto in modo che le persone non potessero permettersi il pensiero.

Come?

Semplice, rendendo l’istruzione costosa e privata. Ovviamente si potrebbe pensare che ci si riferisca a epoche passate, ma invece è un argomento più attuale di quello che sembra.

Anche nel nostro presente ci sono nazioni che non permettono alle persone di informarsi o di studiare perché lo studio è per pochi privilegiati.

Come scrisse Kant, per le persone è difficile uscire dalla “minorità” e iniziare a pensare indipendentemente, ma quando saranno in grado di farlo, potranno educarsi.

La cosa più importante da apprendere è come vivere e affrontare la vita con le sue difficoltà, come diceva Rousseau. Ammettiamolo: non c’è cosa più difficile del dover affrontare la vita.

Ovviamente studiare le materie scolastiche educa bene le persone, ma le educa davvero ad affrontare la vita?

Giustamente sapere risolvere le equazioni fa ragionare o anche saper analizzare un testo, ma questo non ci permetterà di affrontare la vita a testa alta.

Potremmo parlare di utopie, distruggere tutto quello che abbiamo creato e fondare una società globale, pacifica, dove il denaro non rovini le vite e condizioni l’umanità, con alla base la tolleranza e la pace, ma purtroppo siamo coscienti che l’uomo non è in grado di mantenere la pace e vivere in armonia con gli altri.

Essere liberi vuol dire poter vivere e rincorrere i propri sogni, senza essere schiavi di colpe e vergogne per ciò che si è, e senza puntare il dito verso chi non era da incolpare, noi stessi.

Jade Forza 4AC – Sede di Schio

Cucire ponti

Gli studenti del Liceo Classico “Zanella” e quelli dell’IPS “Garbin” hanno inaugurato ieri sera la mostra fotografica dal titolo ‘Cucire ponti: popoli in cammino’, termine di un lungo percorso didattico volto ad esplorare i vissuti e le storie dei migranti stanziati a Schio. Per questa attività gli studenti hanno inoltre prodotto un documentario-film che ha registrato le loro impressioni derivanti dal contatto con gli immigrati.

La mostra è stata aperta nello spazio espositivo del Lanificio Conte, e sarà visitabile fino a mercoledì 27 ogni giorno dalle 16.30 alle 18.30. Contestualmente all’inaugurazione è stato anche proiettato in anteprima il docufilm che gli studenti hanno realizzato in collaborazione con Tobia Campana, in stretta relazione con l’Associazione ‘Il mondo nella città’. “Cucire Ponti – Popoli in cammino è il risultato finale di un progetto omonimo che ha visto coinvolte le classi V del settore commerciale dell’IPS Garbin con la classe IVCB e le classi 3CA e 4CA del Liceo Zanella di Schio – ha detto la referente del progetto, la Professoressa Ylenia D’Autilia – sviluppato per affrontare la tematica concernente la situazione dei rifugiati e avviare una riflessione sul tema delle migrazioni”.

I ragazzi sono stati impegnati in un percorso che in un primo momento li ha visti incontrare l’avvocato Igor Brunello, specialista in diritto dell’Immigrazione; poi Chiara Ragni e Renata Dal Maistro de Il mondo nella città, che hanno illustrato le politiche di accoglienza e evidenziandone potenzialità e criticità; ma soprattutto alcuni rifugiati che hanno raccontato il loro vissuto e le loro esperienze di migranti.

“A conclusione gli alunni hanno sviluppato un’analisi collettiva sul significato di appartenenza e cittadinanza attraverso la metafora della cucitura e del tappeto – conclude D’Autilia – che è confluito nella realizzazione di fotografie sul tema e ha dato vita alla mostra Cucire Ponti, riflessione fatta con il desiderio di identificare punti di contatto e avviare percorsi di comprensione, problematizzare i luoghi comuni e meditare sulle responsabilità storiche che possono essere concausa delle migrazioni a cui si sta assistendo”. – Federico Pozzer

Tratto da: Altovicentinonline.it – Guarda la Fotogallery


Sarà inaugurata il 23 APRILE 2016 alle ore 20.30 presso il Lanificio Conte di Schio la mostra con proiezione di un docuflim CUCIRE PONTI POPOLI IN CAMMINO.
CUCIRE PONTI Popoli in cammino, MOSTRA e DOCUFILM, sono il risultato finale di un progetto omonimo che ha visto coinvolte le classi V del settore commerciale dell’ IPS G.B. GARBIN con la classe IVCB e le classi 3CA e 4CA del LICEO ZANELLA di Schio, sviluppato per affrontare la tematica concernente la situazione dei rifugiati e avviare una riflessione sul tema delle migrazioni in collaborazione con l’Associazione IL MONDO NELLA CITTA’ ed in particolare con l’Atelier Nuele.
Gli studenti hanno poi svolto un itinerario didattico, diversificato per tipologia di Istituto, con dibattiti in classe. A conclusione, gli alunni hanno sviluppato una riflessione collettiva sul significato di appartenenza e cittadinanza attraverso la metafora della cucitura e del tappeto che è confluito nella realizzazione di fotografie sul tema e ha dato vita alla MOSTRA corale CUCIRE PONTI.invito
Parallelamente una parte dei rifugiati coordianti da VALENTINA SHEIKH ABDI e RENATA DAL MAISTRO hanno dato vita ad un laboratorio di cucitura di tappeti all’interno dell’Atelier Nuele de Il mondo nella città per tradurre, attraverso il cucito, la propria storia e il proprio vissuto.
Al contempo è stato costituito un Laboratorio video coordinato da TOBIA CAMPANA in stratta relazione con “Il mondo nella città” per la produzione di un DOCUFILM che ha visto coinvolti i rifugiati e gli studenti.
La mostra CUCIRE PONTI dice con gli occhi degli studenti dell’IPS G.B. Garbin e del Liceo Zanella la voglia di guardare all’altro con il desiderio di identificare punti di contatto e avviare percorsi di comprensione, problematizzare i luoghi comuni e meditare sulle responsabilità storiche che possono essere concausa delle migrazioni a cui si sta assistendo. La necessità di dare informazioni chiare e di umanizzare i dati per comprendere come dietro i numeri ci siano persone è stata tradotta in scritte sulla pelle, le contraddizioni che creano sacche di povertà e di sfruttamento è stata tradotta attraverso sovrapposizione tra le cornici dell’apparenza e lo sfondo della realtà, grandi lavagne dicono la situazione dei paesi da cui partono i migranti, le parole chiave che caratterizzano le modalità con le quali si parla delle migrazioni sono diventate composizioni di braccia e mani che parlano della voglia di unire mondi diversi sulla base della comune appartenenza al genere umano. I tappeti cuciti e la loro descrizione raccontano del tentativo di abitare nuovi spazi e nuovi mondi, costruire un futuro nel quale sentirsi a casa coi propri ricordi e la propria storia.
Il docufilm CUCIRE PONTI dice inoltre l’autenticità dell’incontro tra i rifugiati e gli studenti, la curiosità di capire l’altro, l’empatia che prende forma nella relazione, la criticità nel voler mettere in discussione stereotipi e pregiudizi, la voglia di capire le storie, il vissuto, i sogni e i desideri dell’altro, chiunque lui sia e da qualsiasi luogo provenga.
Siete tutti invitati!
Apertura dal 23 aprile al 4 giugno: tutti i giorni 16.30-18.30. Ringraziamo il Comune per la concessione degli spazi del Lanificio Conte e altresì la Società Filosofica Italiana sezione Vicentina all’interno del cui percorso tematico la serata è inserita.cucire_ponti