L’11 Maggio noi ragazzi Peer in Action, nell’ambito del progetto riguardante il cyber-bullismo, abbiamo effettuato un’uscita presso la Questura e Polizia postale di Vicenza. Siamo stati accolti dall’assistente capo Mauro Miotello e dall’agente Fabio Marini che ci hanno spiegato i diversi tipi di bullismo e cyber-bullismo e le loro conseguenze, illustrandoci anche alcuni casi su cui hanno indagato. Ci ha molto colpito il caso di una ragazza contattata su FB da un uomo che, dopo una serie di messaggi conoscitivi, ha iniziato a richiederle delle foto “hot”. Quando la ragazza ha detto “BASTA”, l’uomo ha iniziato a minacciarla; per fortuna lei si è confidata con un’amica che l’ha convinta a rivolgersi alla polizia.
Dopo aver posto qualche domanda, abbiamo proseguito la visita presso l’Ufficio Volanti assistendo, in diretta, ad una chiamata urgente per intrusi in casa. Questa parte della visita è stata molto interessante perché abbiamo esaminato le immagini provenienti dalle telecamere che sorvegliano Vicenza, aspetti importanti e nuovi riguardanti il lavoro della polizia. Abbiamo potuto osservare, anche, la rilevazione dei braccialetti elettronici sui detenuti agli arresti domiciliari; ci è stato spiegato che il malfunzionamento viene segnalato con diversi allarmi, in base al tipo di evento. Successivamente siamo stati accolti dal signor Omar nell’Ufficio della Scientifica, lì ci ha illustrato il suo lavoro, spiegandoci dettagliatamente le varie fasi da compiere, ad esempio, per rilevare le impronte digitali ed effettuare le foto dell’indagato. Ha inoltre specificato che un uomo della “scientifica” non deve mai essere coinvolto in prima persona nell’ indagine per non compromettere la ricerca delle prove. Dopo di che siamo scesi nel garage, qui ci hanno mostrato le auto dotate di giubbotto antiproiettile, caschetto e spray al peperoncino sempre a loro disposizione ogni volta che sono in servizio. Qualcuno di noi ha indossato sia il giubbotto antiproiettile, molto pesante! che il casco protettivo. Infine abbiamo visitato la stanza per decontaminazione e le celle dove vengono trattenute le persone arrestate, in attesa di convalida del fermo, per un massimo di 24 ore.
Questa visita è stata molto stimolante, preziosa e siamo stati sorpresi di alcuni aspetti di questo lavoro: le persone che ci operano, la sorveglianza, le molte tecnologie che hanno a disposizione.
L’ attività, che ci è stata proposta dalle insegnanti Cannizzaro e Pianegonda a completamento del percorso effettuato insieme, a nostro parere sarebbe da suggerire anche nei prossimi anni, per informare e far riflettere i ragazzi sulle conseguenze del cyber-bullismo e sui mezzi a disposizione delle forze dell’ordine. Abbiamo imparato, infatti, che è molto importante creare momenti di confronto, durante i quali poter parlare del cyber-bullismo; solo in questo modo possiamo contrastarlo, difenderci ed aiutare gli amici in difficoltà.
Un’ultima curiosità: siamo stati tutta la mattina senza cellulare e senza chiedere di uscire …. Mitici!
Il gruppo Peer in Action
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