Monthly Archives: giugno 2016
Tipi da Garbin?
IL BOMBO (bombus militarium)
E’ un insetto che passa il tempo a far rispettare le regole all’interno di Insettopoli.
Quando passa, tutti gli altri insetti, fissano intensamente il suo grazioso e soffice sederino giallo, ma non solo, anche la sua testa non scherza nel farsi notare: se vedete un bagliore di luce che cammina, è sicuramente lui.
Questo insetto tiene molta attenzione alla postura, difatti vola con il busto eretto, ali indietro e ben spiegate. L’unico problema è che, non avendo più supporto dall’alto delle ali, deve continuamente battere le zampe anteriori per non cadere a terra.
Il bombus, a differenza degli altri insetti, utilizza dei motti, ad esempio: “peace and love” per gli amici e invece “ripeti mosca” per i suoi ex alunni, dato che lui è in pensione.
Vive abitualmente all’interno dell’alveare in una casetta assieme alla sua moto.
Il bombus odia tornare a casa, perché, essendo l’unico insetto maschio, è sempre colpa sua, difatti non vede l’ora di trovarsi una moglie.
Se durante il vostro tragitto ne incontrate uno, il nostro più sincero consiglio è: o fuggire, oppure socializzare con lui, con un semplice “peace and love”.
***
RADUS
Radus, tipo di ragazzo molto frequente da vedere in città piccole, sempre in gruppo o da solo; dipende dai casi, o dal suo umore.
La sua “gang” è formata sia da maschi che da femmine, tutti più o meno uguali a lui, a volte non li conosce neanche, ma stare in gruppo è ciò che gli importa, anche se con la sua piccola statura è quello che si nota di meno. I capelli solo lunghi e ricci, sempre nascosti da un cappello e caschetto, lo toglie solo se si fa le treccine, un po’ femminili ma per lui sono molto stilose e guai a chi gli toglie il cappello!
Si muove quasi saltellando, con un movimento sciallo e tranquillo, e quando ha felpe più grandi sembra ancora più piccolo.
Ultimamente si porta lo skateboard e sembra piacergli molto, anche se ancora non l’abbiamo visto provarlo. Sicuramente quando lo incontrerete vi saluterà con una frase del tipo “Yo vecchio, come te la passi?”. Non sapete come rispondergli? Semplicemente battetegli il cinque e rispondete con un “Bene!”.
Se vuoi incontrare un esemplare di Radus ti consigliamo il parco, o posti con panchine, sicuramente sarà lì con due o tre dei suoi amici ad ascoltare musica. Se ne incontrate uno, salutatelo, gli farà sicuramente piacere, soprattutto se è solo.
***
STRILLIUMS
Volete sapere cosa esce fuori se uniamo un essere umano a una scimmia?
Un esemplare unico al mondo, raro da trovare in giro e che nessuno mai potrà sostituire: Nikolaj, noto anche come Strilliums gorilla.
Grande, alto, grosso, forte, robusto e formoso, lo si distingue anche da un chilometro di distanza semplicemente per la sua camminata gorillesca ‘’Huhuhahahuhu…’’.
Lo si identifica subito anche ad occhi chiusi, grazie al suo timbro vocale, che è conosciuto come tromba che inaugura l’inizio delle Olimpiadi; se sentite ‘’Eh, ragazzi’’, è lui, e senza nessun ombra di dubbio.
Con i capelli corti, arruffati e il pelo nero e folto.
Nonostante la grandezza e l’aspetto imponente è uno degli esseri di molto valore che caratterizza l’Ipsia Garbin.
Ha un naso largo come la linea dell’equatore, il sedere grande e tondo, come i tamburi che suonano nei riti africani, ma con più forma.
I gorilla sono animali relativamente pacifici e tranquilli, ma nel suo caso dipende da come si alza e da che persona ha davanti.
Non ha un carattere preciso, ma da come abbiamo potuto verificare sa essere molto cattivo e antipatico nei confronti di chi non conosce, però molto protettivo nei confronti delle persone a cui è legato.
Di solito lo puoi trovare nei posti frequentati da molte persone: nei giorni feriali si trova all’Ipsia Garbin, sempre circondato da un sacco di gente, invece nei giorni festivi è nelle discoteche a fare il buttafuori.
Cosa fare se lo incontri?
Beh, prima di tutto ripararsi dalla sua voce strillante, mettersi i tappi nelle orecchie, dopo di che mettersi l’armatura e infine… SCAPPARE!!
***
ZION CARACTERUS VARIABILIS
Zion caracterus variabilis è una persona bassa, magra e, per sembrare più alta, porta i tacchi.
Ha i capelli mogano e due occhi grandi e marroni.
Quando arriva in classe, cambia sempre umore a seconda dell’andatura della giornata.
È molto collaborativa e aperta al dialogo.
Le tipiche frasi che dice spesso sono: “State in silenzio!” oppure “Se non tacete, venti flessioni!”.
Il suo habitat naturale è la foresta pluviale, ma in ogni luogo si trova bene e si adatta.
Cosa fare quando la si incontra? Devi stare sempre attenta a quello che dici e come lo dici, perché cambia umore facilmente, risultando lunatica.
***
LUPUS MALINIUS
Lumbar era un’animaletta puzzolente, pelosa e sempre aggressiva con tutti. Viveva nelle caverne in alta montagna, ma qualche volta scendeva nei villaggi per giocare, però tutti scappavano a causa del suo aspetto orribile.
Era una tipa solitaria, i suoi unici amici erano un rametto, che usava per disegnare sulla terra e la frase che usava per cacciare gli intrusi “Non rompere sennò ti spacco la faccia”.
Col suo modo di camminare pareva che fosse la migliore del mondo e quando passava erano sempre gli altri a doversi spostare.
Non era stata sempre così, lo diventò a causa del rifiuto verso di lei, infatti, quando arrivava l’estate, scendeva nei villaggi per giocare e fare amicizia.
Se siete in un villaggio e volete attirare Lumbar portate dei colori e un album da disegno e vedrete che nel profondo sa essere dolce e giocherellona.
***
LOBBANUS
Lui è Lobbanus: un essere di media statura, magro, look da nerd, capelli color carota, occhi verdi nascosti spesso da occhiali grandi e lucenti, con un apparecchio.
Ha uno zaino enorme e porta sempre con sé due dizionari: lo Zanetti (latino) e il Rocci (greco), li considera i suoi migliori amici.
Abita con i suoi genitori, ma non lo trovi mai a casa. E’ sempre in biblioteca, sembra che sia questo il posto dove vive.
Scommettiamo che l’unica cosa di cui si ciba sono i libri e le enciclopedie?
Spesso è isolato, ama la solitudine perché riesce a concentrarsi meglio. Anche se a volte vuole essere circondato da persone per essere apprezzato.
E’ un ragazzo divergente, rispetto ai suoi simili.
Approfitta di ogni evento per far emergere il suo essere intellettuale, proprio perché adora mostrarsi superiore. Solitamente lo senti parlare in greco e latino, credendo di essere l’unico a capirlo.
E’ dotato di un’autostima molto elevata, è sicuro di quello che dice e si capisce dal tono di voce molto acuta che usa. Ma, alcune volte, questa sicurezza diviene segno di prepotenza.
Quando si rapporta con i suoi pari, traspare il suo voler sembrare migliore rispetto a loro. Crediamo che nessuno sia alla sua altezza e guai a chi lo contraddice.
Durante le ricreazioni, si ferma a parlare con i professori e il dirigente scolastico.
La sua arma di difesa è l’intelligenza, ma è anche il motivo per cui vantarsi.
***
Classe 1BS – Sede di Schio
Al Garbin una grande novità
Le vacanze per gli studenti sono appena cominciate, ma i docenti al Garbin di Schio e Thiene sono in piena attività.
Tra chi è impegnato in Esami di Stato, chi nei corsi di recupero per gli alunni con debito e altri in attività di programmazione per l’avvio del prossimo anno scolastico, non si può certo dire che la scuola abbia chiuso i battenti, anche se molti, erroneamente, lo pensano.
In via di conclusione un anno scolastico intenso di iniziative, proposte e progetti, ecco già ai blocchi di partenza l’a.s. 2016/17 con una grande novità.
Per il prossimo anno scolastico, che inizia ufficialmente nella nostra Regione il prossimo lunedì 12 settembre, il Garbin ha in serbo una nuova iniziativa.
L’anno, per i ragazzi iscritti alla classe prima, sia nella sede di Schio che in quella di Thiene, inizierà per i ragazzi una settimana prima, esattamente il 5 settembre, dalle ore 9.00 alle ore 12.00.
In collegio docenti si è deciso infatti di far iniziare le classi prime in anticipo e di dar loro un giusto spazio di ulteriore Accoglienza. Dall’analisi dei risultati degli esiti finali di questi ultimi tre anni, si è osservato come la classe prima rappresenti per molti studenti uno scoglio difficile da superare. Ecco allora l’idea di offrire ulteriori occasioni di lavoro su obiettivi comuni a più discipline in modo da limitare e/o diminuire gli insuccessi. L’obiettivo è quello di fornire le basi indispensabili all’acquisizione delle competenze trasversali per poi procedere meglio, con un ripasso degli elementi fondamentali di matematica-fisica (disciplina nella quale sono sempre evidenti tante lacune pregresse), dare elementi di metodo di studio (quali la comprensione del testo, la sottolineatura, la sintesi, l’individuazione di parole e frasi chiave), fornire un ripasso di inglese e porre le premesse per l’avvio del francese e/o delle discipline di indirizzo, oltre a lavorare sulle competenze di cittadinanza.
L’obiettivo cardine quindi dell’Accoglienza 2016/2017 potrebbe essere riassunto nello slogan: “Iniziamo prima per imparare a imparare”.
La scuola inizierà perciò per le classi prime il 5 settembre con una settimana di anticipo (da lunedì 5 a sabato 10) rispetto alle altre classi. La giornata di studio avrà la durata di tre ore (ore 9.00-12.00) giornaliere tutte dedicate a queste attività di sostegno/recupero/accoglienza.
Aspettiamo con entusiasmo e fiducia i nuovi “garbiniani”! A presto!
La dirigente dell’Istituto “G.B. Garbin”
Prof.ssa Marina Maino e la commissione accoglienza
Schio, 21.06.2016
Visita al carcere S. Pio X di Vicenza
Il giorno 12 maggio scorso alcuni studenti delle classi quinte della sede di Schio hanno visitato la Casa Circondariale S. Pio X di Vicenza. L’iniziativa, organizzata dal Centro Sportivo Italiano, prende il nome di Carcere Lungo e consiste nel passare alcune ore entro le mura del carcere vicentino, per conoscere la condizione delle persone detenute attraverso sia testimonianze che un momento ricreativo condiviso, ossia una partita di calcio. Hanno partecipato la classe 5BM quasi al completo e le rappresentanze delle classi 5AM, 5CMa, 5DMa e 5CC, accompagnate dai professori Maculan, Marchetto, Napoli e Quinto.
La prima esperienza forte della giornata è stata quella di superare i cancelli d’ingresso: ognuno ha infatti dovuto consegnare telefoni, dispositivi elettronici, oggetti metallici o potenzialmente pericolosi, prima di passare sotto al metal detector. La polizia penitenziaria, rigorosa nei controlli, ha dato dimostrazione di ciò che significa applicare la legge senza ammettere eccezioni.
A quel punto gli studenti hanno raggiunto un salone, nel quale hanno potuto seguire gli interventi di un agente, un’educatrice e un’infermiera, per avere il quadro di quelle che sono le principali attività all’interno del carcere. Garantire la sicurezza è ovviamente uno dei compiti fondamentali dell’istituto, e a questo fine opera la polizia. Il carcere però non ha una natura solo punitiva, ma anche rieducativa: la persona detenuta dovrebbe essere messa nelle condizioni di fare un percorso di riflessione per elaborare il proprio passato e guardare al futuro in una nuova prospettiva. Ecco dunque perché gli operatori dell’area pedagogica sono così importanti: spetta ad essi proporre e condurre attività di promozione umana e sociale. Infine medici e infermieri dell’area sanitaria si impegnano per far fronte alle molte necessità riguardanti la salute di una comunità così numerosa (che varia a seconda dei periodi da 150 a 350 individui).
E’ stato dunque il momento dell’incontro con un detenuto, forse il più interessante per i ragazzi. Egli ha raccontato la sua storia di imprenditore, e le scelte attraverso le quali ha imboccato la via dell’illegalità: è stato infatti condannato per reati finanziari. Gli studenti hanno ascoltato con attenzione e posto domande sulla vita all’interno del carcere.
A seguire abbiamo visitato l’ufficio perquisizioni, nel quale vengono condotte le persone appena arrestate. Dopo il pranzo, che si è svolto all’interno della mensa degli agenti di polizia, un operatore del progetto “Il lembo del mantello” ha descritto le attività di reinserimento lavorativo proposte da questa associazione al fine di reintegrare gli ex detenuti in un tessuto economico e sociale di legalità.
Purtroppo le cattive condizioni climatiche dei giorni precedenti hanno reso impraticabile il campo da calcio: è stato dunque impossibile disputare la partita prevista, con grande rammarico da parte degli studenti che attendevano quell’appuntamento da tanto tempo. In effetti il contatto diretto con le persone detenute avviene proprio lì, sul campo da gioco, e durante il cosiddetto “terzo tempo”, ossia un momento di convivialità in cui, di fronte a un semplice rinfresco, chi vive in carcere può incontrare informalmente chi sta fuori, in un clima rilassato di rispetto e reciproca accoglienza.
La partita è stata comunque sostituita dalla visita ai mezzi della polizia penitenziaria, ossia i furgoncini per il trasporto in sicurezza dei detenuti, e dei locali per i colloqui con i familiari. I ragazzi hanno così avuto l’occasione di conoscere ambienti del carcere di solito non accessibili ai visitatori, completando il quadro tracciato con i precedenti interventi.
Si può dire che quest’esperienza è unica nel suo genere: non capita tutti i giorni di entrare in una casa circondariale. Ci si auspica attraverso queste iniziative che sempre più giovani riflettano sull’importanza della legalità, anche a tutela della propria libertà. Meglio pensarci due volte prima di commettere sciocchezze: questo il messaggio ribadito tante volte nel corso della giornata, che si spera possa aver attecchito anche in molti degli studenti del Garbin presenti all’iniziativa.
Gli studenti del “Garbin” incontrano Leoluca Orlando
Il primo giugno 2016 alle ore 9.00 alcuni studenti, rappresentanti degli Istituti Superiori di Schio, si sono riuniti in piazza Falcone-Borsellino per incontrare il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. La celebrazione della memoria delle vittime della mafia è iniziata con la presentazione, da parte del sig. Massimiliano Marangon, dei rappresentanti del comune di Schio, di altri comuni e di altre istituzioni e associazioni. A prendere la parola è poi stata l’assessore Cristina Marigo che, oltre a portare i saluti del sindaco, assente per precedenti impegni, ha introdotto il tema dell’incontro. A seguire la lettura, da parte di alcuni ragazzi, delle testimonianze della vita di vittime della mafia. Si è poi entrati nel vivo della celebrazione con l’intervento del professore Franco Venturella, presidente dell’associazione “Cittadini per Costituzione “. Nel suo discorso, rivolto soprattutto ai giovani, ha più volte sottolineato l’importanza di combattere l’indifferenza e l’ignoranza con l’impegno e la cultura. Prima di cedere la parola a Leoluca Orlando, due studenti hanno deposto una corona in ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vittime entrambi della lotta contro la mafia.
Molti gli argomenti trattati da Leoluca Orlando ma i due principali sono stati la mafia e l’immigrazione, temi apparentemente diversi, ma accomunati dall’indifferenza dell’uomo. “ L’indifferenza uccide più delle mafie”, ha affermato il sindaco palermitano. Una frase incisiva che deve indurre le persone a dare importanza anche alle piccole cose e a non accantonarle perché non riguardano direttamente. Con grande enfasi ha poi assicurato che oggi Palermo non è più dominata dalla mafia. Citando ancora le sue parole: ”Quando non accadono omicidi significa che la mafia regna incontrastata, quando invece si verificano vuol dire che o qualcuno sta mettendo loro i bastoni tra le ruote o c’è uno scontro tra famiglie mafiose” . Ha poi raccontato dei suoi stretti rapporti con alcune vittime della mafia e del matrimonio, celebrato in gran segreto per motivi di sicurezza, tra Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. E’ passato poi al tema dell’immigrazione ribadendo l’importanza della Sicilia come terra di salvezza per gli immigrati. Moltissimi migranti vengono accolti a Palermo e molti di questi, per sopravvivere durante le traversate su stipatissimi gommoni, hanno ucciso fratelli, sorelle, genitori con un semplice colpo di spalla per farli cadere in mare. Come ad esempio un minore che, scampato ad un naufragio, non voleva parlare con nessuno sentendosi colpevole per aver ucciso i fratelli pur di salvarsi. Di questi minori non accompagnati o orfani Leoluca Orlando si sente il padre. Così come si è sentito il padre di un bambino africano che sognava di giocare a calcio ma non poteva farlo essendo solo, ha fatto tutto ciò che poteva affinchè questo sogno si potesse realizzare.
Leoluca Orlando si è congedato citando Bertold Brecht : prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non era rimasto nessuno a difendermi.
Gli studenti della 2BC dell’IPSIA “GB Garbin” di Schio
Chelouane Mohamed
PetrovicAna
Simonato Valentina
Toniolo Giulia